Richard Antohi

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  BIOGRAFIA

1927-1947 Richard Antohi nasce a Milano il 13 aprile 1927, da padre romeno e madre italiana; scuole e studi classici all’estero in lingua francese; laurea a Pisa in ingegneria civile edile. Formazione artistica sulle orme di uno zio paterno pittore ed uno zio materno, architetto. Stabilitosi a Roma nel 1946 si inserisce nella vita artistica partecipando alle manifestazioni dell’Art Club e frequentando gli artisti di Villa Medici e gli artisti italiani installatisi negli studi di Villa Massimo.

1948 Espone per la prima volta le sue opere, alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, in occasione di un concorso bandito dal Centro Universitario Artistico, vincendo il secondo premio attribuitogli da una giuria composta da P. Buccarelli, G. Capogrossi, R. Guttuso, e M. Mazzacurati.
La sua pittura di quel periodo si apparenta alle coeve ricerche “post-cubiste” come quelle dei francesi Manessier, Pignon, Estève o degli italiani Birolli, Guttuso, Corpora tutti eredi della generazione precedente di Matisse, Picasso, Delaunay, Braque, le cui opere erano state viste a Roma, in una grande esposizione nel 1946-1947, intitolata “Pittura Francese d’oggi”. importante per la formazione di Antohi, la frequentazione dei Centri Culturali Francesi dove attingeva la conoscenza di quanto avveniva nell’arte e nella cultura del dopoguerra.

1949 Fonda con i pittori Del Greco, Sonatti, Trento, il “Gruppo Figurativo del Dopoguerra”. I quattro pittori, avevano in comune la essenzialità del segno, un sintetismo prossimo al linguaggio dei “fumetti” un colore steso in superfici piatte e le immagini dichiaratamente ispirate da fotografie. Nell’Inverno si tenne l’unica mostra come gruppo; la mostra fu molto visitata ed ottenne un’ampio successo critico. La Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Palma Bucatelli, acquistò per la collezione della Galleria, un’opera di Antohi, intitolata “Cantiere”, olio su tela cm. 100x90, del 1949.

1950 Vince una borsa di studio del governo francese per un soggiorno di sei mesi a Parigi, su segnalazione dell’illustre storico dell’arte Lionello Venturi. Espone alla Galleria Saint-Placide i lavori prodotti durante il soggiorno a Parigi, conosce Severini, Magnelli e l’ambiente dei pittori astratti che gravitano intorno alla rivista “l’Art d’aujourdhui” di Andie Bloc.

1951 Partecipa al concorso dei “Premi d’incoraggiamento” per giovani artisti del Ministero della Pubblica Istruzione e viene premiato da una commissione formata da P. Fazzini, M. Maccari, V. Giardo e P. Buccarelli. Alcune di queste opere premiate, dall’anno 1942 all’anno 1964 quando fu abolito il premio, sono state esposte nel 2006 in una mostra intitolata “Debutto d’artista” allestita nella Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, dove sono conservate. La mostra è stata corredata da un esauriente catalogo con illustrazioni a colori delle opere ed una presentazione di M. V. Marini Clarelli, attuale sovrintendente della Galleria Nazionale.

Nel 1954, torna a Parigi su incarico degli architetti Calini, Montuori e Ligini, per seguire i lavori d’allestimento della sede Alitalia e Lai. Gli viene inoltre commissionato per la stessa sede, l’ideazione e l’esecuzione dei cartoni per cinque arazzi decorativi. La parete di fondo, con una grande pittura murale, era stata commissionata a Severini mentre lo scultore Amerigo Tot aveva disegnato le maniglie delle vetrate.

Nel 1955 esegue ancora per l’Alitalia, altri lavori decorativi nella sede di Monaco di Baviera.

Dal 1956 al 1958, si dedica anche a lavori d’architettura con progetti a Modena, Foligno, Roma,Bologna. Si trasferisce nello studio di via Barnaba Oriani che divide con l’amico arch. Franco De Ambris. Purtuttavia, continua intensa l’attività in pittura, che diventa sempre più astratta e informale, prediligendo l’uso della spatola su colori accesi e sempre più pastosi, con contrasti di luci e ombre, fino all’impiego di pigmenti in polvere uniti a colle, vernici e sabbia creando una materia con forti rilievi su tela di iuta grezza.

Nel 1959 riceve l’incarico da parte del C.O.N.I. per l’esecuzione di una grande decorazione nella sala sottostante la tribuna d’onore del nuovo stadio Flaminio degli architetti Pierluigi e Antonio Nervi. Esegue 70 mq. di “graffiti” con figure a grandezza naturale di atleti negli atteggiamenti caratteristici delle varie discipline sportive, su un intonaco a forti rilievi opportunamente colorato, a somiglianza della materia dei suoi quadri. In Autunno conosce l’architetto LeCorbusier, venuto a Roma per visitare gli impianti olimpici, accompagnandolo durante il suo soggiorno e ne scrive le impressioni di quell’incontro su la rivista d’architettura “Costruire”.

1960 Si trasferisce nello studio di Via Margutta 33, dove rimarrà per quarant’anni.

1961-1962 Progetta l’allestimento del padiglione della Comunità Europea, all’Esposizione internazionale del XXI° secolo, a Seattle (USA). Si trasferisce a Parigi dove avviene gran parte della progettazione. Con l’occasione di questo lavoro avviene l’incontro con l’universo dell’immagine fotografica e la sua manipolazione; incontro che avrà una parte così importante nell’evoluzione della sua poetica artistica, sia nei modi che nei tempi, anticipando quanto avverrà nei decenni successivi con l’uso dell’immagine virtuale nella pittura. Dipinge gli ultimi quadri materici che verranno esposti a Città del Messico nel 1961 e a Roma nella primavera del 1963.

Nel 1963 s’inaugura il cinema-teatro Astoria di Ravenna, progettato negli anni precedenti. Prepara una serie di “riporti e cancellazioni su carta, battezzati “iconogrammi” ed esposti a Roma nel febbraio del 1964. Il 1963, è da considerare l’anno d’avvio di parallele sperimentazioni nell’uso dell’immagine serigrafica e fotografica da parte della Pop Art inglese e americana.

Nel 1964 Nel catalogo della mostra alla galleria Penelope, del febbraio, nel breve scritto “Riporto e cancellazione” Antohi espone le ragioni di questa nuova poetica, alla quale si era accostato con interesse, anche l’amico Ausonio Tanda, con il quale, Antohi, aveva già esposto in mostre precedenti. La mostra fu molto ben accolta dalla critica che ne scrisse con lusinghiera ampiezza. Uno stralcio di queste critiche è stato riportato nel 2005 nel catalogo della mostra “Richard Antohi opere 1957-1964” alla galleria PH7 di Roma.

1965 Cancellazioni e Riporti vengono richiesti ed esposti in numerose mostre. Dai lavori su carta passa a lavori su tela di più grandi dimensioni, usando proiezioni su tela sensibile con successivi interventi di pittura.
Aderisce al gruppo internazionale IMAGO. Riceve il premio Agliana ed un premio alla Rassegna di Arti Figurative di Roma e del Lazio.

1966 Per i tipi della Foglio Editrice di Macerata esce il volume Richard Antohi nella collana “Panorama d’Arte Moderna-grafica” con un breve testo teorico in dodici punti, scritto dall’artista, sulle ragioni del suo operare.
Riceve il premio Corciano di pittura.
Esegue decorazioni nella sede INAIL di Biella e progetta il GolfHotel di Riva dei Tessali ed altre ville nello stesso comprensorio.

1967 Inizia il periodo dei tagli d’immagini, degli incastri di due immagini in alternanza. Invitato al Premio Arte e Critica ad Ancona che raccoglie le opere di 25 artisti, designato ognuno da un critico, come “il pittore più significativo dell’ultimo quinquennio.

1968 Viaggio in Romania. Su invito del Ministero della Cultura romeno, espone una trentina di quadri; il Museo d’Arte di Bucarest acquista un gruppo di opere.

1969 Sostituisce il colore materialmente applicato sulla tela con lastre di perspex sulle quali applica retini colorati e trasparenti. Mostra della Mee Art 10 a Roma. Riceve il premio Sarnano agli Incontri per la grafica Italia – Stati Uniti.

1970 Lavora sulle “inversioni e “intrecci” d’immagini, che alle “Cancellazioni” continua tutt’ora a produrre, non avendo esaurito la misteriosa molteplicità degli impatti visivi che tali opere provocano.

1972 E’ invitato alla XXXVI “Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. In autunno è invitato con una mostra antologica, alla Galleria d’Arte Contemporanea, sala Sant’Ignazio, di Arezzo.

1973 Viene cooptato nella Sezione Italiana dell’Associazione Internazionale delle Arti Plastiche dell’UNESCO. E’ chiamato alla cattedrale di Tecniche Sperimentali dell’Accademia di Belle Arti di Foggia diretta dal poeta E.F. Accrocca.

1974 Inizia il ciclo di opere che formano serie su un tema come: “La memoria, il suo intreccio, la sua variabilità, oppure sull’opera di Seutat, “Un dimanche e la Grande Jatte” o ancora, sulla “Venere allo specchio” del Tiepolo e gli intrecci di due immagini identiche, una in positivo, l’altra in negativo con moduli sempre più ridotti, tendendo concettualmente all’infinitamente piccolo tale che ogni punto dell’immagine neghi se stesso in un altro tipo di dissoluzione dell’immagine stessa.

1975 Riceve il premio “Castello di Olnano” a San Marino.
Viene pubblicato dalla galleria “La Piazzetta”, in occasione di una sua mostra personale, il piccolo volume che raccoglie le venti opere della “Memoria” con testi di I. Mussa e di Antohi sul parallelismo tra intreccio e memoria.

1976 Viene pubblicato sulla rivista “Arte e Società” n. 7-8 anno V. Roma. di maggio-agosto 1976, un breve saggio di R. Antohi, intitolato “L’analisi dell’apparenza” dove illustra le motivazioni e le esperienze operative del suo fare tale pittura.

1978-1979 Termina il suo libro d’artista “Ritmo logos, ritmo gamos” che evidenzia le relazioni fra simmetria, quadrati magici, nodi e labirinti, edito in cinque esemplari fotostatici in formato ridotto di 21,5x21,5. Le tavole del libro sono state esposte la prima volta alla Galleria Lastaria a Roma, con presentazione di Corrado Maltese.
Diventa titolare della cattedra di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Bari.

1980 Dopo l’intenso lavoro, nei due decenni precedenti, sulle varie declinazioni del rapporto tra pittura e immagine meccanica, pur operando sempre con la tecnica dell’intreccio, ritorna alla pura pittura, intrecciando dunque due opere dipinte cosicché il gioco della ibridazioni e dei meccanismi percettivi si riversa sul colore e la pennellata. Viceversa, proprio negli anni ottanta si intensificano le mostre sul connubio Pittura e fotografia alle quali viene invitato con le opere degli anni sessanta e settanta.
Su la rivista mensile “Ragionamenti” n. 87 anno VIII di aprile 1981, appare un interessante “intervista a Richard Antohi” a firma di Mario Penelope.

1983 I Musei Civici di Macerata allestiscono una mostra antologica delle sue opere, nella chiesa di San Paolo. Nel catalogo/ monografia, edito da Coopredit, dal titolo Richard Antohi. “L’immagine allo specchio”- 1948-1983, figura un’importante saggio di Maria Torrente, curatrice della mostra, oltre a scritti dell’artista, interviste di M. Penelope e I. Mussa e numerose percussioni della critica più recente. Nello stesso anno, viene premiato al II concorso internazionale di Lampedusa.

1984 Partecipa alle attività dell’ A.S.T. (Arte, Scienza, Tecnologia) associazione formata da epistemologi, storici dell’arte, fisici, matematici e artisti, per lo studio delle interazioni fra arte e scienza.
Tra le attività dell’Ast figura la conferenza a due voci, tenuta dal matematico Michele Emmer e da Richard Antohi sul tema della “Simmetria, nell’arte e nella scienza” pubblicata in “Tracce, Immagini, Numeri – Atti dei seminari dell’AST.

1986 E’ invitato alla 43ma Biennale Internazionale d’Arte di Venezia in Arte e Scienza – Sezione Il colore.

1988 Inizia la collaborazione con la rivista “Arte-In”, fondata nello stesso anno. Scrive numerosi articoli e recensioni sulla pagina dell’Arte del quotidiano l’Umanità.

1990-1995 Esce per i tipi dell’Edizione Bora di Bologna “Storia dell’Arte Italiana del ‘900” il volume “Generazione Anni Venti” di Giorgio Di Genova. Collabora con il Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali- MILFAV dell’Università di TorVergata, diretto da C.Giovannella. Continuano le manifestazioni di Photoidea, curate da M. Bentivoglio, in Italia e all’Estero.

1996-1997 Ciclo di conferenze con proiezioni delle opere dal 1964 in poi riguardanti il rapporto fra fotografia e pittura, alla L.I.A. Laboratorio Incontri d’Arte e al MIFAV. Viene esposto, in una mostra personale all’Accademia di Romania a Roma –Valle Giulia – il ciclo del “Quadrato Magico” composto da nove quadri su tela 1.50x1.50, che raffigurano i nove nodi, nove disegni in b/n raffiguranti nove quadrati magici numerici, nove acquerelli ad intreccio e le tavole del volume “Ritmo logos, ritmo gamos”.

1999-2004 Nel 2000, nella mostra “Alchimie, la foto in Italia, sperimentazioni e innesti” al Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, presenta nuove opere realizzate con immagini digitali tagliate in sottili strisce verticali montate in teca di plexiglas. Le strisce torcendosi e arrotolandosi lievemente, lasciano intravedere lo spazio retrostante. Altre opere simili, raffiguranti principalmente alberi spogli, sono state esposte nel 2004, allo “Studio S di Roma”. Nello stesso periodo si dedica intensamente all’Arte sacra realizzando vetrate, mosaici, pitture, arredi e restauri in chiese e comunità religiose in Puglia, Romania e Panama.

Dal 2005 Dopo una mostra delle opere storiche degli anni 1957-1964 del passaggio dalla pittura informale alla manipolazione dell’ immagine meccanica, tenuta alla Galleria “PH7” di Roma, partecipa all’attività dello Studio d’Arte Massi” con nuove opere che sviluppano con ulteriore libertà la poetica della cancellazione associata a quella dell’informale.